Leonardo e Luca Pacioli l'Evidenza: Le Prove Del Contributo Di Leonardo Da Vinci Nell’evoluzione Degli Scacchi Rivelate Dal Manoscritto Sul Gioco ... Autografo Di Luca Pacioli (Italian Edition)

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Leonardo e Luca Pacioli l'Evidenza: Le Prove Del Contributo Di Leonardo Da Vinci Nell’evoluzione Degli Scacchi Rivelate Dal Manoscritto Sul Gioco ... Autografo Di Luca Pacioli (Italian Edition) Details

Nel dicembre 2006, un erudito bibliofilo, Duilio Contin riesumò un manoscritto vecchio di 500 anni, celato tra i fondi della libreria della Fondazione Coronini Cronberg in Gorizia e lo identificò come il testo manoscritto di un libro mitico, pensato perso e ricercato, attivamente ma invano, da secoli. DE LUDO SCACHORUM opera mancante di Luca Pacioli, frate francescano, padre della contabilità moderna, volgarizzatore delle matematiche classiche e arabe, cortigiano, confidente e consulente dei potenti, amico, consigliere, maestro e collaboratore dell'incomparabile genio del suo secolo: Leonardo da Vinci. In realtà, come è stato autorevolmente confermato, non si tratta di quel DE LUDO SCACHORUM ricercato per secoli dagli studiosi e che, molto probabilmente, non fu mai dato alle stampe, si tratta piuttosto di una stesura preparatoria riunente in un taccuino, formato da una collezione di fogli sparsi, tutta una serie di studi scacchistici che Luca Pacioli doveva aver collezionato per un lungo lasso di tempo. L’elaborato è datato del tempo in cui Luca e il suo amico Leonardo, impegnati nella composizione della loro comune opera DE DIVINA PROPORTIONE, si trovavano alla corte di Ludovico il Moro, prima che lasciassero Milano, arresasi all'esercito di Luigi XII. Naturalmente la possibilità che Leonardo da Vinci fosse coinvolto nella stesura del manoscritto non poteva non essere presa in considerazione. E fu scartata. Invece studiando il libriccino, un fatto appare chiaro: mentre il commento è tutto e solo di Luca Pacioli, le forme dei pezzi, che finemente dipinte, illustrano le trame di gioco presentate, sono state raffigurate da due mani diverse, una con impegno scolastico, l'altra con abilità artistica. Quali? Quella di Luca e quella di Leonardo! É peraltro vero che, per i tempi che corrono, corrotti da fantasmi alla Dan Brown, il dubbio è una virtù ed il sospetto deve essere la regola, il che vuol dire che non posso troppo risentirmi verso "l'esperto" che, sorpreso dalla notizia e senza aver visto copia del manoscritto, sentenziò "the silly season on Leo never closes" (la stagione delle stupidaggini leonardesche è senza fine). (Martin Kemp, professore di storia all'università di Oxford, in un’intervista telefonica, come riportato da Dylan Loeb McLain nel New York Times, 2008/04/18). Comprovando una volta di più che non c'è peggior cieco dell'esperto che non vuol vedere. Infatti, l’accurata analisi del manoscritto rivela, oltre alle prove legate allo stile, le prove grafiche che si fondano sul riconoscimento di quelli che non possiamo non chiamare altro che veri e propri tratti autografi, rivelando che la stagione leonardesca porta ancora bei frutti. Tanto che, oggi, alle Opere del Genio Vinciano, possiamo aggiungere l’Ideazione e la Definizione Formale di questo splendido ed elegantissimo gioco degli scacchi. Queste le ragioni di LEONARDO E LUCA PACIOLI – L’EVIDENZA In tema di evidenza, in appendice, uno studio sul Disegno dell'Uomo di Vitruvio svela la sua rigorosa struttura geometrica basata su un'affascinante, complessa e straordinaria utilizzazione della Sezione Aurea, frutto di una pro-fonda riflessione ed elaborazione dei principi esposti da Luca Pacioli e Leonardo nel DE DIVINA PROPORTIONE. Nella struttura dell'Uomo di Vitruvio s’intravede la logica secondo cui sono organizzate geometria e proporzioni dell'insieme dei pezzi del Manoscritto pacioliano. L'Uomo di Vitruvio e le figure del Manoscritto mostrano appieno quanto e come la lezione del grande Piero della Francesca, raccolta e trasmessa da Luca Pacioli, fu, in quegli anni, sorgente d'ispirazione per il genio di Leonardo. Splendide opere in cui la bellezza naturale del tratto di Leonardo si fuse nell'eleganza della proporzione aurea.

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